Per Renato Campana.
Rassegna stampa

La notizia della scomparsa del prof. Renato Campana nei giornali di Foligno.

Il cordoglio del Sindaco di Foligno, Manlio Marini
Spoletoclick
All’età di 55 anni, confortato dall’affetto della moglie, signora Elena Di Stefano di Sala Consilina (SA), si è spento questa notte a Foligno, Renato Campana, insegnante e giornalista, molto conosciuto e stimato da chiunque l’abbia conosciuto. Renato Campana ha insegnato per molti anni educazione artistica alla Scuola Media Statale “G. Piermarini” ed ha collaborato come giornalista pubblicista con diversi quotidiani locali, prima che la malattia lo avesse costretto a ritirarsi dall’insegnamento.Nonostante le sue precarie e difficili condizioni di salute, Renato Campana, di spirito profondamente laico, ha continuato a collaborare fino all’ultima energia vitale con il settimanale diocesano “La Gazzetta di Foligno”.Appresa la notizia del tragico evento, il sindaco di Foligno, Manlio ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono sinceramente addolorato per la morte di Renato Campana, del quale ho avuto sempre una grande considerazione per la sua umanità e per il suo talento professionale di insegnante e di giornalista. Mi ha sempre dimostrato la sua amicizia e di questo gliene sono profondamente grato. Voglio ricordarlo ai nostri concittadini per la sua puntuale testimonianza sulle diverse vicende riguardanti la nostra città. A nome mio personale e dell’intera Amministrazione comunale esprimo il più sentito cordoglio a sua moglie Elena”.
I funerali del prof. Renato Campana si svolgeranno a Foligno, domani, sabato 19 aprile alle ore 11.00, nella cattedrale di S. Feliciano.

È morto Renato Campana
di Gilberto Scalabrini
Foligno, 19 aprile 2008

Addio Renato! Te ne sei andato in silenzio, come in silenzio avevi accettato e sopportato la malattia che ti costringeva a vivere legato ad una macchina. Sei stato sempre un amico sincero, sin da quando ti ho conosciuto sui banchi dell’istituto magistrale che frequentasti per poco tempo, perché alla fine decidesti di iscriverti all’istituto d’arte di Spoleto.

Abbiamo condiviso per anni la stessa passione: il giornalismo, ma tu eri più bravo, perché avevi un modo di pensare e di sentire diversi. Sei stato un giornalista di eccezionale tempra per stile inconfondibile, di straordinaria forza espressiva e onestà intellettuale. I tuoi articoli si facevano leggere e appassionavano. Ricordo pure il tuo ciclostilato in proprio, “La talpa”, che facevi circolare fra la gente e i banchi del consiglio comunale, strigliando spesso i personaggi del momento. Ricordo anche la tua passione per le foto, i tuoi borsoni,pesantissimi, che ti trascinavi sempre dietro, sulle spalle. Erano la tua “redazione” viaggiante.

Un giorno lo intervistai per Il Messaggero e lui mi raccontò le sue disavventure quotidiane per recarsi a scuola nei comuni limitrofi. Renato non aveva la patente e spesso era costretto a fare l’autostop per raggiungere alcuni paesini. Non aveva difficoltà a farsi dare un passaggio, perché lo conoscevano tutti. “Il problema –mi disse- era salire sull’auto, perché doveva liberarmi dalla tracolla dei pesanti borsoni e non sempre era facile, soprattutto in inverno, quando indossava cappotto e sciarpa. A volte impiegavo pure qualche minuto e così si creava una fila di veicoli che strombazzavano all’infinito. Capitava allora che chi mi faceva salire la prima volta, la seconda difficilmente era così generoso”.

Con Renato Campana scompare una grande “penna” locale di libertà. Per tutti noi è stato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale. Renato aveva solo 54 anni. Troppo presto per andarsene. Alla moglie Elena, donna straordinaria che lo ha amato tanto, vadano le più sincere condoglianze della nostra Redazione. I funerali si svolgeranno oggi, sabato 19, alle ore 11, nella chiesa cattedrale di San Feliciano.

Il mondo del Giornalismo umbro perde un “collega” onesto e leale Renato Campana
di Mariolina Savino
Foligno, 19 aprile 2008, Spoletoclick

Renato, sorridente, con la pesante macchina fotografica a tracolla svettando in bicicletta fra le viuzze di Foligno alla ricerca della notizia e dell’immagine. Io lo ricordo così, nei lunghi anni che ho vissuto nella redazione di Foligno del Cittadino.

Generoso, pronto a darti una mano, dalla battuta pronta e amico degli amici. utti nel momento del trapasso guadagniamo la santità, ma Renato era davvero un personaggio. Può essere l’esempio positivo da seguire per contrastare tanto giornalismo italiano mal considerato all’estero perchè troppo al servizio di politici e politicanti, un professionista che cuore e penna, sapeva raccontare la sua, senza mancare mai di rispetto ai propri colleghi, sempre più una rarità di questi tempi.

A Foligno, mi sono sentita sempre a casa e fra amici, e Renato insieme a Gilberto Scalabrini, Roberto Testa, Alberto Mesca, Luca Benedetti, Mauro Silvestri e tanti altri, era l’amico collega, fra di noi correva “l’aiutarella”, il donare generosamente gli uni agli altri il possibile per migliorare il proprio lavoro.

Bei tempi…! Alla notizia della morte di Renato oggi, in una rapida telefonata dalla redazione del Cittadino di Foligno da parte dell’editore Alberto Mesca, ho avuto un malessere fisico, un colpo allo stomaco e poi realizzare che a Piazza della Repubblica Renato non ci sarà più, insime ad Elena, a passeggiare e scherzare con gli amici anche sulla sua malattia, che dissacrava, odiandola, ma non esponendola come una “scusa” per non godere la vita lo stesso.
Ciao Grande Uomo, spero solo che incontrerò ancora nella mia vita professionale persone come te!

L’ultimo saluto a Renato Campana
di Gilberto Scalabrini
Foligno, 19 aprile 2008

Tanta gente tutta con gli occhi lucidi, carichi di dolore, ha dato oggi l’ultimo saluto al maestro Renato Campana. C’erano gli amici, i colleghi della stampa, il sindaco Manlio Marini, gli insegnanti delle varie scuole, tanti ragazzi, i Vigili del Fuoco, i volontari della pubblica assistenza “Croce Bianca”. C’erano soprattutto i collaboratori del settimanale cattolico “La Gazzetta di Foligno” con il direttore don Germano Mancini, i tipografi della “Mancini & Valeri” che ieri hanno stampato un’edizione speciale, tutta dedicata a Renato e oggi distribuita ai presenti. Tutti si sono stretti intorno alla moglie Elena, che non ha più lacrime per piangere il grande compagno della sua vita.

Sulla Gazzetta il direttore ha scritto “Mi manchi, anche se sono certo che non sei lontano, sei solamente dall’altra parte del cammino. Non riesco, però, ad immaginare la Gazzetta senza di te. 30 anni insieme sono tanti. Con te, Remato, se ne va una parte di noi, con noi resterà tutto di te. Mantieniti allenato, appena verrò lassù a trovarti inventeremo una Gazzetta che aiuti a dialogare; da quelle parte nessuno ancora ha pensato alla parola stampata”.

Le altre testimonianze sono a firma di Maria Pia Fanciulli, Franca Scarabattieri, Ilaria, Elisabetta e Pamela, Luigi Stancati, Marcello Paci, Ivo Picchiarelli, Ambra Cenci, don Luigi, Lino Pietraccini, Simona Sclippa e Fabiola Gentili.

Tutti raccontano una storia, annodata al filo dei ricordi per quella vocazione da giornalista che Renato Campana sentiva dentro, profondamente radicata nel suo cuore. Ed è stato proprio il cuore a tradirlo quella notte, fino a stroncare il suo fisico sul lettino del pronto soccorso dove era stato trasferito d’urgenza. La sua morte ha lasciato tutti sgomenti.

Renato in questi anni ci aveva regalato molti sorrisi, battute e foto. Non aveva ancora 55 anni. Il suo umore, la sua vitalità non si era mai spenta, nemmeno quando era insorta la malattia.

Più che un amico è scomparso un fratello!
Folignonline”, 19 aprile 2008
di Alberto Laganà

Ci son volute 24 ore per accettare una notizia che non avrei mai voluto leggere, la morte di Renato.

Più che un amico è stato per me un fratello. Aveva nel sangue il mestiere di fotocronista, con la sua immancabile macchina fotografica e la sua inesauribile voglia di sapere, conoscere ed immortalare.

Dire che era di una generosità immensa è poco: quando andava in Valnerina ad insegnare educazione artistica era l’attrazione dei passeggeri, pagava loro la colazione e ne conservava le facce sulla pellicola. Per gli alunni si faceva in quattro ed insegnava loro ad amare l’arte e ad esprimersi attraverso essa. Ho un bagaglio infinito degli aneddoti che mi raccontava, e per narrare gli episodi della sua vita e non basterebbe un libro.

Quante volte, quando ero responsabile di un quotidiano locale, mi svegliava anche nel cuore della notte per segnalarmi un fatto, un episodio, una traccia di notizia quasi che il giornale non avesse i tempi ed i ritmi suoi propri ma dovesse essere una pagina sempre aperta di vita vissuta. Non guidava ed era una sorta di vigile del fuoco volontario, sempre accanto a loro e seguiva passo passo i loro interventi. Con lui scompare un modo autentico di fare informazione, senza tacere niente, neppure l a notizia più scomoda.

Darei un suggerimento all’amministrazione comunale di Foligno: per ricordare Renato, se la famiglia è d’accordo, si riorganizzi e cataloghi tutto il suo materiale fotografico per lasciarlo alla città. Da parte mia non vado al funerale, come faccio sempre per le persone a cui sono stato particolarmente legato, per avere un ricordo più bello di Renato perché quello non morirà mai.